Gargano …per bacco !

By | 28 maggio 2007

Ormai dal 2003 ho lasciato il Gargano per trasferirmi definitivamente (e chi può dirlo?!?) in Veneto, trasferimento che in qualche modo mi ha reso consapevole dei pregi e dei difetti della mia terra natia (spesso basta cambiare punto di vista per vedere cose che, a breve distanza, non sono visibili).

Una delle prime cose che mi ha incuriosito venendo giù nel profondo Veneto, è la quantità e la qualità dei vini e come queste possano essere motore di incredibili “affari” basati sul quadrilatero tradizione-territorio-turismo-tecnologia (penso al Vinitaly, alle strade del vino, alle meravigliose ville venete che, spesso, sono aziende vitivinicole ed attrazione turistica insieme, alle centinaia di produttori di vino che con i loro prodotti valorizzano il loro territorio, ai corsi universitari di enologia e tecnologie vitivinicole…).

Ma, la mia curiosità è diventata quasi fissazione quando ho saputo che il Soave, il Gambellara, il recioto di Soave ed altri ottimi vini doc delle provincie di Verona e Vicenza hanno come base un uva che si chiama “Garganega”.

… capirete, ad un garganico come me, sentir parlare di uva Garganega suona perlomeno familiare e attiva sinapsi dormienti della mia materia grigia che mi pongono numerosi interrogativi:

1) che origini ha questa Garganega?
2) e se fosse un uva autoctona del Gargano, perchè è scomparsa?
3) ma possibile che non ci siano vini e vigneti tipici del Gargano?
4) forse ci sono, e nessuno lo sa?!

Eppure, nei miei ricordi di infazia (per fortuna non ancora troppo lontani) mi vengono in mente i vigneti nella Valle di Carbonara, tra Monte Sant’angelo e la Foresta Umbra, e un vinello rosato leggermente frizzante e acerbo che faceva la gioia di mio padre e dei suoi commensali, oppure i vini bianchi e rossi prodotti artigianalmente da chiunque avesse un torchio e delle vasche per la fermentazione del mosto.
Ancora ricordo tre momenti dell’anno in paese con tre profumi che invadevano, ed in parte ancora invadono, la mia terra:
– fine agosto, profumo di pomodori e basilico (conserva di pomodori e pelati)
– settembre, odore di uva prima e mosto dopo;
– natale, profumo di cannella e cioccolato, mandorle tostate e fritto  (mostaccioli, poperati, calzoncelli e pettole)
“…no, non voglio abbandonarmi ai ricordi, tuttavia” (Sergio Caputo “Ne approfitto per fare un pò di musica”, 1987, CGD)

Da una veloce ricerca sulla “grande rete” ho capito che la Garganega è un uva di origini greghe (e dunque rimane possibile che sia passata anche dalle nostre parti) e che qualche appassionato studioso e qualche impreditore illuminato stiano riportando la tradizione viti-vinicola sul Gargano con mio sommo piacere.

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