MONTE
SANT'ANGELO Città Patrimonio UNESCO
Abitanti:
circa 12.000 detti "montanari"
Altitudine: m.
843 s.l.m.
NUMERI
UTILI:
Municipio:
tel. 0884.561018 fax 0884.561016
Polizia Municipale: tel.
0884.561008
Carabinieri: 0884.561010 - 0884.561233
Pronto
Soccorso: tel. 0884.562281
Pro Loco Associazione
Turistica: tel. 0884.565520
Il MERCATO settimanale si tiene il SABATO
Come arrivarci: S.S. 89 fino a
Macchia, S.P. 55 che si inerpica per il monte (Foggia-Monte
Sant'Angelo 55 km.).
DESCRIZIONE:
Monte
Sant’Angelo, si sviluppò a partire dal V secolo in
relazione al culto per l’Arcangelo
Michele
che apparve, secondo la tradizione, all’interno di una
grotta. Il paese sorge su uno sperone nel massiccio garganico è
molto caratteristico il quartiere medievale dello Junno
dalle tipiche case a schiera.
L’interesse della cittadina è comunque concentrato
intorno al Santuario di San Michele Arcangelo, realizzato tra i
secoli V e VI conserva all’interno pregevoli
testimonianze artistiche.
L'abitato ha forma allungata
attorno all'asse costituito dalla via Manfredi; questa si
riconnette sul lato occidentale della cittadina alla statale di
San Giovanni Rotondo e sul lato orientale ad una diramazione
della statale Garganica.
RICONOSCIMENTI UNESCO:
Il 25 giugno 2011 il Santuario di San Michele Arcangelo di Monte Sant'Angelo diventa Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO con il circuito seriale: "I Longobardi in Italia: i luoghi del potere; 568-774 A.D.", entrando a far parte della schiera dei più autorevoli Beni Culturali del mondo e cioè nella World Heritage List.
Nel territorio di Monte Sant'Angelo è situata parte della Foresta Umbra, area naturale protetta del Parco nazionale del Gargano. Dal 7 luglio 2017 le sue "faggete vetuste" sono entrate a far parte del patrimonio UNESCO.
LA
STORIA
Le
Origini
Il
promontorio del Gargano conobbe una notevole fortuna per la
presenza, nel suo territorio, del santuario di san Michele
Arcangelo. Si tratta ,senza dubbio, del piu' famoso luogo di
culto micaelico dell'occidente latino, meta continua di
pellegrinaggi illustri e di gente di ogni condizione sociale,
provenienti anche da mete molto lontane. La tradizione fa
risalire la costruzione del santuario, ai primi anni
dell'episcopato del vescovo Lorenzo Maiorano, infatti le tre
apparizioni dell'arcangelo del 490, 492, 493, segnano l'arrivo
del culto micaelico sul Gargano. La storia del santuario e del
culto dell'angelo sul Gargano e' ricostruita prevalentemente
sulla base del Liber de apparitione sancti Micaelis in monte
Gargano (una operetta agiografica variamente datata tra il V e
VII secolo). Essa consta di tre episodi, scanditi da
altrettante apparizioni dell'angelo e detti rispettivamente del
Toro, della Battaglia ,della Consacrazione della basilica.
Nel
primo episodio, quello del toro, viene presentato l'impatto
iniziale tra l'angelo e la montagna garganica.
In esso si
narra che Gargano, un ricco pastore che e' detto aver dato il
nome al monte, una sera, al rientro del suo numeroso gregge
all'ovile, si accorge che manca un toro.Organizzate con i suoi
servi le ricerche , lo rinviene in prossimità di una
grotta e preso dall'ira gli scaglia contro una freccia
avvelenata, che però, inspiegabilmente colpisce lui
stesso.I sipontini, impressionati dall'episodio, chiedono il da
farsi ad un non meglio precisato vescovo , il quale dispone un
digiuno di tre giorni per conoscere la volontà di
dio.
Alla fine del digiuno al vescovo appare l'arcangelo
Michele il quale dichiara che l'episodio misterioso era stato
voluto da lui, per dimostrare di essere ipsus loci inspector
atque custos.
Nel secondo episodio,secondo la tradizione
nel 492, si narra di una battaglia che Bizantini (Napoletani)
mossero contro Sipontini e Beneventani (Longobardi). I
Sipontini assediati chiesero, una tregua di tre giorni.
Allo
scadere del termine della tregua l'Arcangelo apparve nuovamente
e preannuncio' la vittoria sui pagani Bizantini. L'episodio
traduce in forma leggendaria una realta'; storica. Verso la
meta' del VII secolo si giunse allo scontro tra Bizantini e
Longobardi : i primi attaccarono il santuario garganico , in
difesa del quale accorse Grimoaldo I, duca di
Benevento(647-671). Dopo la vittoria sui Bizantini il vescovo
era deciso ad consacrare la grotta ,in questa occasione
l'arcangelo Michele apparve per annunciare che la grotta era
stata consacrata da lui stesso.
I
Longobardi
Il
santuario micaelico intorno alla metà del VII secolo,
cominciò a gravitare nell'orbita dei Longobardi di
Benevento; nel
650,infatti , Grimoaldo I, duca di
Benevento (647-671), accorse prontamente sul Gargano per
difendere il santuario dall'attacco dei Bizantini. Questo
episodio segno ufficialmente l'inizio di un singolare e
duraturo legame tra dinastia longobarda e culto micaelico. I
Longobardi dovevano sentirsi particolarmente attratti da
Michele, il santo guerriero capo dell'esercito celeste, nel
quale ritrovavano attributi e caratteristiche del pagano Wodan
, considerato dai popoli germanici dio supremo, dio della
guerra, protettore degli eroi e dei guerrieri. I Longobardi lo
considerarono il loro santo nazionale, facendolo rappresentare
sugli scudi e sulle monete e diffondendone il culto
dappertutto, anche fuori dalla penisola italica . Con l'ascesa
di Grimoaldo al trono di Pavia (662), la devozione per
l'Arcangelo si diffuse subito anche tra i Longobardi del nord;
e un dato quasi unitamente accolto dalla critica che fece
costruire a Pavia la chiesa palatina di s. Michele, rendendo
più stabile e profondo il legame tra il popolo
longobardo e l'Arcangelo .La devozione dei longobardi per
l'Arcangelo, attestata da alcune iniziative di Grimoaldo e dei
suoi successori, ha interessato a lungo il santuario garganico.
Tra i successori di Grimoaldo sul trono di Pavia ,Cuniperto
(688-700) fu il più devoto dell'Arcangelo e il più
attivo nell'incrementare il culto. Egli fece rappresentare il
santo guerriero sugli scudi ,evidentemente per assicurarsene la
protezione in guerra e per incutere timore ai suoi nemici. Il
rapporto speciale che col santuario intrattennero i Longobardi
di Benevento e Pavia , il flusso continuo di pellegrinaggi
testimoniato dalle circa duecento
epigrafi , tra cui
alcuni in caratteri runici, tracciate sulle sue strutture tra
VII e IX secolo, il ruolo che esso svolse nell'ambito delle
diocesi di Siponto prima e Benevento-Siponto poi ,
trasformarono la grotta garganica nel più importante
santuari epifanico dell'Occidente latino dedicato all'Angelo:
esso determinò la nascita di un centro proprio dal santo
ha tratto il nome (Monte Sant'Angelo).
MONUMENTI
ED ARCHITETTURA
La
Basilica di San Michele
L'atrio
della Basilica e' delimitato da un colonnato e,sulla destra
,l'imponente Campanile ottagonale fatto costruire da Federico
II come torre di avvistamento , e su commissione di Carlo I
d'Angio' trasformato in Campanile. Modellato secondo lo schema
e le propozioni di Castel del Monte,fu terminato nel 1274.
Dall'atrio superiore si accede alla scalinata che conduce fino
al portale romanico chiamato PORTA DEL TORO(SEC VII).
L'ingresso alla Grotta e' protetto da porte in bronzo donate
dal nobile amalfitano Pantaleone III, il quale le fece
realizzare a Costantinopoli nel 1076. I due battenti sono
suddivisi in 24 pannelli che raffigurano episodi angelici
tratti dal Vecchio e Nuovo Testamento. La navata in stile
gotico, che gli angioini vollero sorretta da tre costoloni con
tre campanate e volte a crociera, introduce nella Grotta. A
sinistra troviamo il settecentesco Coro del Capitolo, la
Cappella delle Relique, ove si venera la croce di Federico II
del XIII secolo , in filigrana d'argento e cristallo, che
custodiva un pezzetto della Santa Croce trafugata nel 1600.
Addossato alla parete rocciosa,a destra dell'ingresso, l'altare
del XII sec. deicato a San Francesco D'Assisi,pellegrino alla
Basilica nel 1276. Sulla destra della navata si apre la Sacra
Grotta : in fondo, l'Arcangelo del Sansovino del 1507.
Il
Castello
Poco
lontano dalla Basilica si erge il Castello munito di solidi
bastioni d'epoca diversa. Particolarmente poderosa la sua parte
piu' antica, cosiddetta Torre dei Giganti che, alta 18 metri,ha
un forma pentagonale e mura spesse 3,70 metri.
Le piu'
antiche testimonianze storiche sulla edificazione della
fortezza risalgono ai tempi di Orso I vescovo di Benevento, il
quale l'avrebbe fatta ricostruire ex novo, se si presta fede a
quanto riportato in un documento del principe Longobardo
Pandolfo, datato 979. Con l'avvento dei Normanni, il castello
divenne la dimora dei principi della signoria dell'Honor Montis
Sancti Angeli: fu Rainulfo, conte di Anversa e poi di Roberto
il Guiscardo, al quale si deve la torre dei Normanni e la "Sala
del Tesoro".
Eccezionale importanza assunse la
fortezza sotto Federico II , che provvide a restaurarla per
farvi dimorare Bianca Lancia,amante e sua ultima moglie.
Morto
l'imperatore, questa passo a Manfredi, quindi a re Corrado. Gli
Angioini lo adibirono quasi esculsivamente a prigione di stato:
famose sono rimaste le detenzionei di Filippa di
Antochia,pricipessa sveva, che vi mori' nel 1273, ed ancora di
piu' quella della regina Giovanna prima di Napoliche
probabilmente venne assasinata nel 1382.
I principi
durazzeschi, invece, ne fecero il loro quartiere generale nella
guerra contro i cugini Angioini. Qui infatti nel 1351 vide la
luce Carlo III di Durazzo. Tocco agli Aragonesi portare il
castello alla sua antica magnificenza:Ferdinando fece
costruire, nel 1491, le torri circolari agli estremi del lato
sud e, nel 1493,provvide anche a far restaurare il torrione a
forma di carena di nave, torrione il cui progetto è
attribuito all'architetto e ingegnere militare Francesco di
Giorgio Martini.
Per poco piu' di un ventennio, dal 1464
al 1485, la fortezza appartenne all'eroe albanese Giorgio
Castriota Schanderberg. Verso la meta' del XVI sec. ne
entrarono in possesso i principi Grimaldi sino alla fine
del'700, quando Ferdinando IV di Borbone lo dono' al Cardinale
Ruffo.
La leggenda vuole che nel castello di Monte
Sant'Angelo dimori il fantasma di Biancalancia,
che quì fu tenuta prigioniera. Pare la si possa vedere
vestita di bianco e si possano udire i suoi lamenti,
specialmente nel periodo invernale. Inoltre, sempre la leggenda
vuole che la pianta selvatica che cresce sulle torri del
castello, unico posto al mondo dove cresce, sia dello stesso
identico colore della veste della donna, che dal torrione
principale fu vista gettarsi nel vuoto.
La
Tomba di Rotari
A
pochi metri dalla Basilica si osserva la liscia facciata
settecentesca della chiesa di San Pietro, dove spicca un bel
rosone a traforato raffigurante quattro sirene che si
intrecciano. All'interno,l'abside a semicatino e le basi delle
colonne in granito della diruta Chiesa di San Pietro, la piu'
antica della citta'.Dalla sinistra dell'abside si accede al
Battistero di San Giovanni in Tumba noto come "Tomba di
Rotari", non un sepolcro, dunque,come l'erroneo nome
lascerebbe supporre, ma un battistero che, nei primi anni del
XII sec., Rodelgrimo e suo cognato Pagano da Parma fecero
spraelevare e coprire con una cupola. L'appellativo del
monumento e' dovuto all'interpretazione errata del nome del
costruttore e del vocabolo "Tumba" (cupola).
Architettonicamente l'edificio e' articolato su tre
ordini; primo piano ottagonale ; secondo piano ellissoidale con
un alto tamburo sormontato da una cupola. Di pregevole fattura
i bassorilievi che sormontano l'ingresso: il primo raffigurante
la "Cattura di Gesu'" , l'altro ,posto in alto, la
"Deposizione", le "Marie al sepolcro" e
"l'Ascensione " .
Abbazia
di Pulsano
Sul
di un vasto altopiano a circa 8Km da Monte Sant'Angelo, si
distinguono i ruderi di Santa Maria di Pulsano edificata nel
591,sui resti di un tempio pagano dedicato a Calcante dai
monaci dell'ordine di S. Equizio. Poco note sono le vicende
storiche dell'Abbazia sino al XII secolo, quando l'intervento
di San Giovanni da Matera e della sua Congregazione Pulsanese,
la fece risorgere dal grave stato di abandono in cui versava.
Sul finire del secolo successivo toccò, tuttavia,ai
Celestini continuare a prendersi cura del cenobio sino a quando
non venne affidato in commenda. Nel 1500 il Cardinale
commendatario Ginnasi provvide a far restaurare tutte le
fabbriche dell'abbazia che vennero,poi,quasi totalmente
distrutte , insieme al ricco archivio, dal terremoto del 1646.
In seguito furono i Celestini di Manfredonia a reggere Santa
Maria di Pulsano sino all'emanazione delle leggi napoleoniche
del 1806, eversive della feudalità ;quindi, la chiesa,
ritornò al Patrimonio Regolare. Attualmente il complesso
e' in via di ristrutturazione.
Santa
Maria Maggiore
A
destra dell'ingresso della Tomba di Rotari si apre l'atrio che
immette nella Chiesa di Santa Maria Maggiore, ritenuta da
alcuni la cattedrale di Monte Sant'Angelo. La chiesa viene
tradizionalmente riferita alla committenza di Leone arcivescovo
di Siponto.
Durante la reggenza di Costanza di Altavilla
(1198) la chiesa fu ristrutturata secondo il modello
romanico-svevo di Capitanata. E' assai interessante la facciata
ad arcate cieche su esili lesene , racchiudenti losanghe
sormontate da una cornice a mensole scolpite. Il portale a
baldacchino (1198) poggia su due aquile ed e' adorno di
stipidi, architravi e cornici scolpite . Nella lunetta del
portale , occupata della Madonna con il Bambino, si riconoscono
il committente, li sacerdote Benedetto II, e una figura
femminile identificata da alcuni con l'imperatrice Costanza.
L'interno e' a tre navate ,quelle laterali ad arco acuto,
separate da pilastri con capitelli istoriati; sulle pareti sono
visibili affreschi di scuola bizantina. All'esterno e
all'interno del prospetto sono stati di recente rilevati
interessanti graffiti. Alcuni, raffiguranti navi con vele e
rematori ,che alludono chiaramente al pellegrinaggio e alle
Crociate.
IL
RIONE IUNNO
...
GASTRONOMIA
La
palma d'oro della cultura culinaria di Monte Sant'Angelo è
sicuramente da attribuire al mitico PANE
DI MONTE
famoso in tutta Italia, oltre che per la sua bontà e per
le sue dimensioni epiche (la pagnotta può pesare fino a
6/7kg e avere un diametro di 70/80cm), per la sua durata che lo
rende mangiabile anche a 8/9 giorni dalla sfornata (i montanari
che lavorano fuori paese viaggiano sempre con l'immancabile
scorta di 'Panett d' pen' che tagliate a quarti vengono poi
congelate e consumate a mesi di distanza).
L'olio
extravergine di oliva, noto anche come OLIO
DI MACCHIA
(Piccola Frazione a valle della città, coltivata
esclusivamente ad olivi e mandorli), completa il binomio
mediterraneo di Monte Sant'Angelo.
Dai sani pascoli del
Parco nazionale del Gargano hanno origine i formaggi (caprini,
ovini e vaccini) sui quali spicca il CACIOCAVALLO
PODOLICO
(u ches cavadd) assolutamente unico.
Aria buona, farina,
olio di macchia e finocchietto selvatico sono gli ingredienti
degli SCALDATELLI,
taralli salati con forma caratteristica che si accompagnano
splendidamente a vino e birra.
Passando al versante dolce,
non si possono non citare LE
OSTIE RIPIENE
(ostie chien) tipico dolce secco a base di mandorle e miele, I
POPERATI
con miele, cacao e cannella (tipici del periodo di carnevale),
I
CALZONCELLI
a base di farina di castagne, miele e cacao avvolti in una
sottile sfoglia dolce divenuta croccante dopo il passaggio in
olio bollente.
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ARTIGIANATO
L'artigianato
locale si concentra sulla lavorazione
del legno, ferro battuto e pietra locale.
Molto
caratteristici sono gli utensili per la cucina, I CHUCCHIERE
(mestoli, forchettoni, piatti ed altri soprammobili), ricavati
dal robusto legno di olivo.
Unica nel suo genere è
la produzione di statue, in pietra locale, dell'ARCANGELO
MICHELE (autorizzata addirittura dal Papa con apposita Bolla
Papale).
Le Piume dei pellegrini.
FESTE
E TRADIZIONI
San
Michele di Maggio e i pellegrinaggi
La processione della
Spada dell'Arcangelo durante la festa del santo patrono il
29 settembre.
"LI FANOIE D SAN GSSEPP" il 19 marzo.
CULTURA
Uomini
illustri:
ANGELILLIS
Ciro
Storico, medico e scrittore, nato a Monte
Sant'Angelo nel 1873. Morto nel 1956.
DE CRISTOFARO
Giovanni
Poeta dialettale e scrittore, nato a Monte
Sant'Angelo nel 1886.
DE FILIPPO Francesco
Folklorista,
nato a Monte Sant'Angelo nel 1930.
FALCONE
Francesco
Storiografo, nato a Monte Sant'Angelo.
GATTA
Francesco Saverio
Archivista, nato a Monte Sant'Angelo nel
1889.
QUITADAMO Nicola
Educatore e scrittore, nato a
Monte Sant'Angelo il 1896. Morto il 1969.
SERRICCHIO
Cristanziano
Poeta e scrittore, nato a Monte Sant'Angelo
il 1922.
TANCREDI Giovanni
Storiografo, folklorista
ed educatore, nato a Monte Sant'Angelo nel 1872. Morto nel
1948.
Libri
su Monte Sant'Angelo:
ANGELILLIS
C.,L’antichissimo
Comune di Monte Sant’Angelo,
Lucera 1914
ANGELILLIS C.,Guida
breve di Monte Sant’Angelo,
Monte Sant’Angelo 1953
ANGELILLIS C.,Il
Santuario del Gargano e il culto di S. Michele nel mondo,
2 vol., Rinascita Garganíca, Foggia, 1955-56.
D'AZZEO
R., Andria
nel I millennio e il Gargano nel V secolo,
Tip. Benedettini, Subiaco, 1938.
FISCHETTI F.P., Graffiti
giudeocristiani nella Grotta dell'Arcangelo sul Gargano,
Milano, 1977.
OTRANTO G., CARLETTI C.,Il
santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano,
Edipuglia-Bari 1990
RASI G., Il
Gargano, Monte S. Angelo e le Badie di Capitanata,
Sonzogno, Milano, 1927.
TANCREDI G., La
porta di bronzo della Reale Basilica di S. Michele,
Torremaggiore, 1938.
TANCREDI G.,Montesantangelo
monumentale,
Tip. del Gargano, Monte Sant'Angelo,
1932.
Biblioteche:
Biblioteca
comunale "Ciro Angelillis" Corso Vittorio Emanuele,
251 Tel. 0884561149
Biblioteca di studi Micaelici
garganici con la collaborazione dell'Università di Bari.
Presso istituto Clarisse.
Musei:
Museo
delle arti e tradizioni popolari "G.TANCREDI" Piazza
S.Francesco, 15 Tel.0884562098
MUSEO della basilica di SAN
MICHELE Via Reale Basilica, 127 Tel.0884561150
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